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aprile 16, 2021 - Portalec

Chris Parkes - 66°North x Polartec

Comunicato Stampa disponibile solo in lingua originale. 

UN PASSO ALLA VOLTA

Il fotografo e attivista ambientalista Chris Parkes  documenta i modi unici in cui le persone in tutto il mondo affrontano nel loro quotidiano i problemi legati alla #sostenibilita.

Ispira gli altri a restare fiduciosi, mostrando come queste scelte quotidiane (non importa quanto grandi o piccole) siano essenziali per affrontare i crescenti effetti del cambiamento climatico.

Come dice Chris, “Se non diamo alle persone soluzioni che possono toccare con mano / alternativa: non coinvolgiamo le persone nel cercare soluzioni, non andremo da nessuna parte”.

Sull’impulso di un recente viaggio in Islanda, il fotografo britannico riflette ulteriormente: “La narrazione (intorno al cambiamento climatico) è davvero e giustamente spaventosa... Si arriva al punto in cui le persone o sono completamente coinvolte, o sono così spaventate che si mettono i paraocchi dicendosi: ‘Non voglio pensarci, voglio solo concentrarmi sulla mia vita quotidiana’.”

Per sfidare a viso aperto questa mentalità, Chris ha organizzato una spedizione nella Terra del Ghiaccio e del Fuoco, così da scoprire in prima persona come gli islandesi stanno affrontando l’enorme compito di invertire la marea montante del cambiamento climatico.

UNA COMUNE BATTAGLIA

Riconoscendoci negli stessi valori e condividendo l’urgenza del suo messaggio, abbiamo sponsorizzato il viaggio ed equipaggiato il suo team di tre persone con capi tecnici del brand islandese 66˚North. “C’è un atteggiamento culturale per cui la gente dice: ‘Se non è una soluzione perfetta, scartala. Deve aderire completamente a questi principi o non va bene”, dice Chris. “Io sono più dell’idea che per convincere le persone bisogna dare loro soluzioni che possano capire”. Il team ha deciso di documentare le illuminanti conversazioni con la gente del posto e i paesaggi mozzafiato, mentre esplorava la costa meridionale dell’Islanda. Attraverso la #fotografia, i blog post e un’autentica miniera di Instagram Stories, Chris è tornato dal suo viaggio con un sacco di prove su come gli islandesi fanno sì che soluzioni semplici e sostenibili diventino parte della loro vita quotidiana in prima linea contro il cambiamento climatico.

LE ZONE GRIGIE

Ispirato da documentaristi e maestri del ritratto come Don McCullin, Mary Ellen Mark, Annie Leibovitz e Robert Frank, Chris è diventato fotografo per raccontare storie che fanno luce su questioni che gli stanno a cuore. Si è fatto le ossa con lavori particolari come il fotografo di matrimoni e il fotografo forense, ma non è riuscito a esplorare pienamente la sua voce fino a quando non fece un viaggio di volontariato in Sierra Leone nel 2015. Per il giovane fotografo fu una rivelazione.

“Quello era il classico momento di ‘Non sto facendo davvero quello che voglio fare...’.

Così spostai completamente la mia attenzione, e ora uso la #fotografia per raccontare storie (principalmente attraverso la ritrattistica ma anche attraverso il reportage) per aiutare a portare le persone su questioni complesse, portarle nelle zone grigie, usando immagini dinamiche”.

Per fortuna l’Islanda ha 103.000 chilometri quadrati di zone grigie ed è patria di tanti intraprendenti solutori di problemi che condividono l’impegno di Chris per la #sostenibilita. Richiamato nel 2019 dal funerale del ghiacciaio Okjökull e da vegano (anche se non proselitista), Chris era particolarmente interessato a vedere, finché si può, un ghiacciaio in prima persona e a documentare le pratiche di coltivazione in serra nell’infame clima dell’isola.

LA PIANIFICAZIONE

Chris voleva mostrare come gli islandesi stanno mettendo in pratica nella loro vita quotidiana l’etica del “fai quello che puoi”, sullo sfondo di un innegabile cambiamento climatico. Pianificò quindi di raccontare le sue scoperte per innescare conversazioni con i suoi follower sui social sulle possibili soluzioni. Dimostrando cosa si può fare a livello locale, anche contro sfide apparentemente insormontabili, Chris sperava di dimostrare che il peso di affrontare il cambiamento climatico non è poi così scoraggiante. Dopo alcuni cambiamenti a livello di team per agende non compatibili, restrizioni di viaggio imposte dai governi e la consueta dose di burocrazia, Chris alla fine ha arruolato due spiriti affini per unirsi a lui nella spedizione.

Per prima Kimmi Vo: avendo scritto la sua tesi sull’intersezione tra genere e cambiamento climatico, aveva un importante e rilevante background accademico per il viaggio. È stata anche attiva nel registrare al voto i membri della Nazione Navajo in vista delle recenti elezioni presidenziali americane.

A completare il trio c’era Luke Fazakerley, un Conscious Mindset Coach che è “strettamente connesso alle questioni del benessere in un modo aperto, accogliente.” Chris ha confessato quanto sia stata cruciale la visione di Luke nel mantenere il senso di scopo del viaggio. Questi due personaggi sarebbero serviti di fatto da troupe di produzione, muse ispiratrici e avrebbero fatto da modelli per tutta l’avventura.

POMODORI CONTRO OGNI PREVISIONE

La prima grande tappa del team è stata Friðheimar, il più grande produttore di pomodori d’Islanda e un’importante e continua fonte di ispirazione per Chris. In ogni dettaglio, riferisce, l’azienda sfrutta soluzioni naturali e ingegno tecnologico per trovare la soluzione più ecologica possibile.

I proprietari Helena e Knútur Friðheimar (Chris li chiama i “mamma” e “papà” dell’azienda agricola) sono orticoltori da circa 25 anni. La loro famiglia vive in simbiosi con il pomodoro e ha trovato soluzioni straordinariamente ingegnose per coltivare questo vegetale esigente in un clima così difficile. Come scelta cruciale, la serra viene alimentata con energia geotermica, così da evitare le emissioni di anidride carbonica solitamente necessarie per gestire un impianto del genere. Al posto dei pesticidi, combattono gli afidi e altri parassiti con l’insetto predatore Macrolophus pygmaeus.

Hanno anche capito come impollinare in modo più efficiente le loro coltivazioni. Usando arnie di cartone importate dall’azienda olandese Koppert, ospitano i bombi invece delle tradizionali api da miele. A causa della naturale tendenza delle api del miele a migrare, i bombi sono un impollinatore più affidabile nello spazio limitato della loro serra.

Chris elenca queste innovazioni come se fosse arrivato da Friðheimar solo qualche ora fa, spiegando che ha trovato una nuova ossessione in una coltura che nessuno avrebbe mai associato alla Terra del Ghiaccio e del Fuoco. In coerenza con la tesi originale di Chris, da sempre l’impegno della famiglia verso queste tecniche agricole sostenibili è così connaturato al suo agire quotidiano, non perché era la “cosa giusta da fare”, ma perché era il “modo migliore per farlo”.

MORTI ALLA DERIVA

Kötlujökull è una lingua del ghiacciaio Mýrdalsjökull - il quarto più grande in Islanda con i suoi 1.480 metri di altezza - e sede della Grotta di ghiaccio Katla, la tappa più orientale del viaggio di Chris. Il team è arrivato in una giornata di sole, una dei venti giorni di sole che la zona vede mediamente in un anno, un segno beneaugurante dell’esperienza positiva in arrivo.

I ghiacciai sono diventati un punto critico per il cambiamento climatico, un simbolo degli effetti aggravanti di una protratta inazione. La guida turistica del team, Silas, ha raccontato loro che i ghiacciai islandesi si stanno ritirando al ritmo di 50 metri all’anno, con rilascio di gas serra in crescita esponenziale. Ciò ha acuito la sensazione di Chris che questa poteva essere la sua ultima possibilità di vedere un ghiacciaio così immenso, per non parlare di visitare una grotta di ghiaccio al suo interno.

Mentre Silas li guidava attraverso Katla, rimasero impressionati dal ghiaccio che li circondava in ogni direzione, duro come la roccia e cristallino e allo stesso tempo pieno di fossette come una pallina da golf. L’effetto ultraterreno era aggravato da strati di nero che si potevano vedere a un esame più attento delle pareti di ghiaccio. Queste strisce di cenere sono state lasciate da eruzioni vulcaniche (come l’eruzione dell’Eyjafjallajökull del 2010, che ha notoriamente bloccato il traffico aereo transatlantico per giorni) lasciando una testimonianza storica naturale, proprio come fanno gli incendi negli anelli degli alberi.

Sfortunatamente, quella cenere intrappola il calore, aumentando il tasso di decadimento glaciale. Tuttavia, la guida turistica islandese del team, che ha lavorato in queste grotte per anni, ha offerto qualche prospettiva. “Silas aveva una bella filosofia a riguardo”, dice Chris. “(Mi ha detto:) ‘Capisco le preoccupazioni della gente, ma ho lavorato in queste grotte per tanto tempo e cambiano sempre. Questo è il ciclo della natura al lavoro”. È convinto che se riusciamo a entrare in quel ritmo, a sintonizzarci un po’ di più con quel ciclo, (gli effetti negativi del cambiamento climatico sulle grotte) sono qualcosa a cui possiamo porre fine”.

UN SENSO DI DESTINO

Quando gli abbiamo chiesto se c’è stato un momento rivelatorio per lui durante il viaggio, uno che avesse illuminato la sua ragione per essere lì sia professionalmente, spiritualmente, o altro, Chris ci ha detto:

“Tutto il viaggio è stato così. A un certo punto ho capito che nessuno ti chiederà di fare queste cose. Il New York Times non ti farà uno squillo per dirti: ‘Ehi, abbiamo visto il tuo sito web. Per favore vieni a lavorare con noi”. Devi uscire e mostrare alla gente che puoi farlo.

“(Pensavo tra me e me) ‘Potrebbe essere un’idea folle...’ ma mi sembrava giusto. A livello logistico è stato incredibilmente difficile. Ogni giorno (nel periodo che precedeva il viaggio mi chiedevo) ‘Questo viaggio si farà davvero sì o no?’ Era solo questione di avere fiducia che sarebbe successo...”.

Come prova di questo senso del destino, egli indica la difficoltà di Kimmi di viaggiare dagli Stati Uniti all’Islanda a causa delle restrizioni di viaggio legate al Covid. Per assicurarsi che il viaggio potesse svolgersi senza problemi, Icelandair ha inviato personalmente un’e-mail a Kimmi per renderla consapevole delle esenzioni a cui aveva diritto. Anche l’ambasciata islandese è intervenuta per assicurare che la squadra potesse aiutare il loro governo a raccontare al mondo non solo la loro bellissima e sobria isola-nazione, ma anche il pericolo reale che affronta a causa del cambiamento climatico. 

VALORI IN LINEA

L’Islanda è infatti proprio in prima linea nel disastro climatico, dato che la sua vicinanza al Circolo Polare Artico significa necessariamente che sono i primi a sperimentare gli effetti esponenzialmente crescenti del riscaldamento delle regioni polari mentre si insinuano senza sosta verso sud.

“...Il viaggio è stato molto in linea con questo, e sembrava che tutto andasse nel modo in cui doveva andare”, dice Chris, in parte grazie alla libertà di viaggiare e stabilire contatti che gli è stata concessa e in parte grazie al supporto e allo spirito sincronico di Polartec.

“Avere Polartec con noi è stato incredibile. Era un segno di fiducia e un segno che quello che stavamo facendo era allineato con persone che avevano gli stessi obiettivi. Tutto sembrava molto più allineato, in un modo che il mio lavoro non aveva mai avuto prima”.

E Polartec è stata parte integrante nel mantenere questa sincronicità. Avendo lavorato con altri brand in precedenza, Chris conosce quella sensazione imbarazzante di dover fare da portavoce di un marchio le cui azioni non corrispondono realmente alla sua retorica. Cosa rende diverso lavorare con Polartec? “Prima di tutto, è l’assunzione di responsabilità. Non è (solo) un’adesione di facciata su cosa significa essere sostenibili, cosa significa impegnarsi davvero per un obiettivo, cosa significa implementarlo non solo nel tuo design ma anche nella tua pratica, nei tuoi valori, nelle tue persone”. Quando ha ricevuto i capi 66˚North realizzati con i nostri tessuti che abbiamo dato in dotazione al viaggio, si è sentito sicuro del fatto che questi provenissero da persone che condividevano sinceramente la sua visione di dove vuole che vada il mondo. Per Chris, “Questo è davvero far seguire alle parole i fatti”.

RENDERE “MODA” LA FUNZIONALITÀ SOSTENIBILE

In una tipica giornata di esplorazione dell’Islanda, la squadra si aspettava che le condizioni atmosferiche fluttuassero rapidamente e drasticamente: “(Un giorno) pioveva, e poi c’era il sole, e poi pioveva di nuovo. Il fatto che fossimo sempre asciutti e comodi è stato fantastico”.

I capi tecnici in dotazione sono stati in grado di proteggere il team dagli elementi, oltre a mantenere fotogenici i loro visi anche dopo aver trasportato 20-30 chili di attrezzature per un’ora o più.

“Avverto sempre le persone che i miei scatti sono fisicamente molto duri. Se sei in un #ambiente molto ventoso e hai una luce che pesa 450 chili con attaccato, in sostanza, un telo gigante per le ombre, e stai combattendo con il vento - vuoi essere comodo quando lo fai. Quindi il fatto che facevamo un sacco di lavoro fisico, e non sudavamo e non ci sentivamo a disagio. Potevamo anche sederci comodamente in macchina...

Ha fatto una grande differenza riuscire a fare quel lavoro in totale comfort”.

Il fatto che quel comfort provenisse dall’abbigliamento che Chris sapeva essere prodotto con la #sostenibilita come priorità assoluta, faceva eco alla sincronicità che sentiva tra i nostri valori in Polartec e lo scopo che l’aveva portato a organizzare il viaggio.

“(Non abbiamo) dovuto fingere su ciò di cui dovevamo parlare... Abbiamo potuto usare (Polartec) come esempio di un’azienda che fa effettivamente il suo lavoro, andando al di là di ciò che è richiesto”.

Chris dice che la giacca Tindur in particolare si è distinta. “... Tutto quel comfort e calore... Mi piace fotografare con il freddo, (ma) non mi piace sentire freddo, devo dire”.

CONSIDERAZIONI FINALI

Mentre si scorrono le bellissime immagini che Chris ha riportato dalla sua spedizione in Islanda, è facile temere quale sia la posta in gioco se non agiamo immediatamente sulle emissioni di anidride carbonica tuttora senza freni. Ma Chris ribadisce la necessità di continuare a combattere la nostra battaglia nei piccoli modi in cui possiamo, senza giudicare le azioni degli altri o autopunirci se non riusciamo a soddisfare standard di consumo troppo rigidi. “Se non diamo alle persone soluzioni che possono toccare con mano, non andremo da nessuna parte”.

Questo processo decisionale quotidiano dovrebbe essere un esercizio potenziante, non uno stressante elenco di doveri. Chris crede che dobbiamo cambiare il discorso da uno di superiorità morale e perfezionismo a uno di avere riguardo. Se hai riguardo - come lo è stato Chris nel pianificare il suo viaggio, la fattoria di pomodori nel loro uso intelligente dell’energia geotermica e delle pratiche agricole sostenibili, e la considerazione di ogni fibra da parte di Polartec - stai facendo il meglio che puoi e questo è tutto quello che ci si può chiedere.

P.S.

Anni fa, abbiamo introdotto nel mondo i tessuti realizzati con bottiglie di plastica riciclate. Questa innovazione ha cambiato radicalmente il modo in cui le persone considerano gli effetti del loro abbigliamento sull’ambiente e ha aumentato le aspettative sui metodi di produzione. La “sostenibilità” è passata da parola d’ordine aspirazionale a pratica consolidata, in particolare nella categoria Outdoor. Dopo tutto, se vogliamo continuare a goderci i sentieri, le piste, i fiumi e tutti gli altri spazi naturali che rendono possibili i nostri #sport e attività preferiti, dobbiamo fare tutto il possibile per proteggerli dalle conseguenze inquietanti del cambiamento climatico.

In quanto brand di tessuti, le partnership sono il nostro pane quotidiano. Lavoriamo con marchi che condividono i nostri valori di #sostenibilita, responsabilità sociale e consapevolezza. Queste relazioni ci sfidano ad andare oltre, a fare di più per affinare le nostre tecniche di produzione e soluzioni progettuali per darci un #ambiente più pulito e più sano in cui tutti possano vivere e giocare. Le collaborazioni di cui siamo più orgogliosi sono quelle che producono innovazioni che ci avvicinano tutti a questo obiettivo comune.

Non vediamo l’ora di lavorare con altre persone come Chris per invertire la marea del cambiamento climatico, facendo nostre le lezioni di Friðheimar e Kavla e mettendole in pratica nella nostra vita quotidiana.


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