Cookie Consent by Free Privacy Policy website OGNI ANNO CONTRAFFATTI 5.2 MILIARDI DI EURO DI PRODOTTI DEL FASHION MADE IN ITALY
ottobre 20, 2020 - Assopellettieri

OGNI ANNO CONTRAFFATTI 5.2 MILIARDI DI EURO DI PRODOTTI DEL FASHION MADE IN ITALY

Confindustria Moda, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, lancia una campagna per contrastare il fenomeno della contraffazione che causa ingenti perdite al tessuto economico italiano in termini di fatturato, evasione fiscale e lavoro nero

Milano, 20 ottobre 2020 – Confindustria Moda, la Federazione Italiana di Tessile, Moda e Accessorio, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, in occasione della 5a edizione della Settimana Anticontraffazione, ha lanciato un grido d’allarme contro il fenomeno della contraffazione.

Secondo i dati OCSE, il valore del commercio mondiale di prodotti italiani contraffatti dei settori Tessile, Moda e Accessorio, ammonta a 5.2 miliardi di euro. Il mercato nero dei prodotti del #fashion Made in Italy è una piaga per l’economia italiana, che causa alle aziende manifatturiere italiane 1.3 miliardi di euro di danni per le mancate vendite e 1.4 miliardi ai consumatori per il costo da questi pagato ingiustamente nella convinzione di acquistare un prodotto autentico.

Non solo, oltre ai danni diretti la contraffazione genera un impatto negativo indiretto in termini di riciclaggio di denaro, evasione fiscale, sfruttamento del lavoro illegale e sostenibilità ambientale delle produzioni. Il fenomeno genera grandi profitti per le organizzazioni criminali, a fonte di bassi rischi imprenditoriali e penali, che vengono poi utilizzati per sostenere altre attività illecite, legate anche allo sfruttamento delle opportunità commerciali dovute alla pandemia COVID 19.

In questi anni si è inasprita la lotta alla contraffazione, passando dai 26 milioni di articoli sequestrati nel 2016 agli oltre 52 nel 2018. Dei sequestri effettuati il 25.4% riguarda articoli del settore Abbigliamento, il 34.2% di Accessorio, il 16% Calzaturiero, il 7.3% Gioielleria e il 3.3% Occhialeria.

Cirillo Marcolin, Presidente di Confindustria Moda, ha commentato: “Il fenomeno della contraffazione è una vera piaga per il nostro settore e un danno per il tessuto economico di tutto il Paese. In questi anni si sono fatti importanti passi avanti nella lotta a questo problema, ma ancora molto rimane da fare.  Il danno della violazione dei diritti di proprietà intellettuale troppo spesso non viene percepito come un reato: è importante sensibilizzare l’opinione pubblica a riguardo, per questo come #confindustriamoda lanciamo lo slogan La lotta alla contraffazione parte anche da te!”.

 All’evento digitale “L’impatto della contraffazione sul settore moda: le esigenze del mondo delle imprese e la risposta delle istituzioni”, hanno partecipato anche i Presidenti delle associazioni che compongono #confindustriamoda: #SMI (Sistema Moda Italia), #Assopellettieri, #Aip (Associazione Italiana Pellicceria), #Anfao (Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici), #Assocalzaturifici, #Federorafi (Federazione Nazionale Orafi Argentieri Gioiellieri Fabbricanti) e #unic – Concerie Italiane.

Unendosi al Presidente di #confindustriamoda #cirillomarcolin nel lanciare l’appello “La lotta alla contraffazione parte anche da te!” anche gli altri sette Presidenti delle associazioni che compongono #confindustriamoda esprimono le preoccupazioni relativamente all’impatto negativo che il fenomeno genera per i propri settori, in particolare il Presidente di #Assopellettieri Franco Gabbrielli ha così commentato:

“Il tema della contraffazione è estremamente sentito nel settore della #pelletteria; secondo i dati che abbiamo a disposizione, tra il 2013 e il 2017 tra i beni sequestrati all’interno del mercato UE e alle frontiere dell’Unione Europea le borse e più in generale la #pelletteria costituiscono una fetta compresa tra il 5,7% e il 9,9% sul totale dei sequestri nel comparto moda in valore economico. Per quanto riguarda il territorio nazionale invece nel solo 2018 il numero di sequestri nel comparto accessori di abbigliamento ha costituito il 34% del totale per un valore di 52 milioni di euro, ponendosi al primo posto come categoria merceologica: questo dà un’idea dell’impatto che tali numeri possono avere sull’intero settore. Volendo vedere il lato positivo di questi numeri (che di positivo hanno ovviamente poco), possiamo ad ogni modo dire che le Istituzioni si stanno mostrando sensibili su questo tema: maggiori sequestri implicano una maggiore attenzione al fenomeno e questo non può che riscontrare l’apprezzamento da parte della Nostra Associazione che però ritiene che ancora molto ci sia da fare. L’impatto di questi numeri ha numerose conseguenze che gravano sulle spalle di diversi attori economici del Paese: gli imprenditori che perdono di competitività e fatturato, i consumatori con danni dal punto di vista economico (pagano per qualcosa che non ha il valore dichiarato), sociale (alimentano più o meno inconsapevolmente il fenomeno della criminalità organizzata e del lavoro nero) e della salute (spesso i prodotti contraffatti possono nuocere alla salute in quanto realizzati con materiali o tecniche scadenti), lo Stato che sconta mancate entrate erariali. Crediamo sia necessario che le Istituzioni continuino insieme a Noi in questa battaglia contro la contraffazione operando non solo attraverso un’importante azione di controllo e investigazione che sfoci quindi nei sequestri ma anche e soprattutto attraverso attività di prevenzione affinché non si debba arrivare al sequestro ma si riesca a bloccare il fenomeno prima del nascere. Sarebbe molto utile inoltre incrementare le campagne informative rivolte ai consumatori sottolineando l’importanza dell’acquistare i prodotti solo attraverso i canali ufficiali rimarcando il fatto che le “scorciatoie” impongono spesso un alto prezzo da pagare per sé e per gli altri”.