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agosto 21, 2019 - fjällräven

Zaino in spalla: il back to school è firmato Fjällräven

Essere in grado di trasportare gli effetti personali – leggeri o pesanti essi siano, per tragitti brevi o lunghi, garantendo sempre a chi li indossa massimo comfort e libertà di movimento, è sempre stato fin dal lontano 1960 il fine ultimo di ogni #zaino Fjällräven. Oggi, con la stagione FW19, la collezione di zaini firmata dall’iconico brand svedese si amplia con l’arrivo della nuova serie Vardag, che ripropone il classico logo dell’azienda negli anni ’70, e con la serie Norrvåge, realizzata in lana riciclata di alta qualità.

Zaini: da dove tutta la storia Fjällräven ebbe inizio

Nel 1960, in uno scantinato di Örnsköldsvik in Svezia, il giovane Åke Nordin dava il via a Fjällräven grazie a un’invenzione rivoluzionaria: il primo zaino con telaio in alluminio. Leggero e resistente, lo #zaino di Åke era pensato per rendere la natura selvaggia più accessibile a tutti.
Qualche anno più tardi, alla fine degli
anni ’70, quando Fjällräven era ormai un noto brand outdoor, Åke lesse sul giornale una notizia riguardante l’aumento dei casi di mal di schiena tra i cittadini svedesi, in particolare tra quelli più giovani. In risposta al problema, Åke decise di sviluppare uno zaino appositamente dedicato ai bambini e ai ragazzi in età scolare. Nacque così Fjällräven Kånken, il famoso zainetto destinato ad una lunga storia di successo. A quel tempo, il logo utilizzato da Åke raffigurava una volpe che correva giù da una collina. Si trattava però di un’illustrazione più che di un logo, e quindi difficilmente memorizzabile dalle persone. Si iniziò così a pensare ad una soluzione alternativa, che potesse dare a Fjällräven un'identità più forte. Nella piccola cucina del personale di Friluftsmagasinet - il più importante rivenditore Fjällräven che poi col tempo cambiò nome in Naturkompaniet - Åke Nordin e il direttore del negozio Erland Westerberg iniziarono a buttare giù qualche idea. Con l'aiuto di alcuni esperti, svilupparono il logo di una volpe artica rannicchiata con l’occhietto aperto. Lo stesso logo che oggi si riconosce a metri di distanza sulle strade delle grandi città, così come sui sentieri dei boschi e nelle aree più selvagge.