Cookie Consent by Free Privacy Policy website Métiers d’art l’éloge de la nature: Cigno
settembre 30, 2015 - Vacheron Constantin

Métiers d’art l’éloge de la nature: Cigno

Creazione dopo creazione, Vacheron Constantin prosegue la sua favolosa dimostrazione di maestria nei mestieri d’arte. Fondata 260 anni fa, la Manifattura non ha mai smesso di valorizzare le forme artigianali che da oltre tre secoli garantiscono il prestigio della scuola ginevrina. Tecniche di decorazione che si declinano in due nuove opere d’arte eccezionali, quest’anno dedicate alla regalità del cigno, che vanno ad aggiungersi alla serie L’Éloge de la Nature. Proseguendo il suo bestiario lanciato nel 2014 con un primo trio di orologi a tema animalistico, la Maison propone due nuovi pezzi unici che offrono uno splendido esempio di romanticismo. Questa coppia di segnatempo (uno da donna con cassa di 39 mm di diametro e uno da uomo di 42 mm) rivela la relazione privilegiata tra Vacheron Constantin e le arti decorative. La Maison può vantarsi di aver contribuito alla nuova valorizzazione dei savoir-faire che sembravano destinati a scivolare nell’oblio: da due decenni, infatti, la Manifattura si impegna a rendere eterni questi gesti ricchi di significato che ne forgiano l’eccezionale cultura. Col suo ruolo di mecenate, ha sviluppato una rete complessa oltre che una expertise rara nell’arte di associare differenti stili di decorazione. L’Éloge de la Nature celebra perfettamente il métissage di tecniche decorative. Orologiai e artigiani hanno saputo mantenere il giusto equilibrio tra contenuti tecnici impeccabili, realizzazione estetica di successo e uno sforzo creativo fuori dal comune per trasformare un pezzo di orologeria classico in una vera e propria opera d’arte. Il cigno, simbolo d’amore puro e incondizionato Il cigno scivola con regalità tra i flutti cristallini del lago di Ginevra. Le goccioline del Jet d’eau della città rotolano sulle sue piume di un bianco immacolato. A testa alta, il suo collo è flessuoso e il suo portamento nobile. Le piume si gonfiano, le ali si dispiegano, pronte ad abbracciare l’amata compagna. Uccello di luce, il cigno incarna il simbolo universale di amore eterno e i suoi profili quasi angelici ispirano purezza e delicatezza. Vacheron Constantin replica questa grazia su due quadranti dalla grafica decisa esaltando tutti i dettagli migliori dell’animale: un palmipede in oro bianco, incastonato con diamanti taglio tondo, apre le ali su una distesa d’acqua finemente lavorata a guillochage e smaltata. Come un direttore d’orchestra, Vacheron Constantin ha saputo associare gli artigiani più talentuosi per realizzare un vero e proprio fuoco d’artificio visivo. Un bell’omaggio alle rive del lago di Ginevra, culla della Manifattura. Jean-Marc Vacheron probabilmente scorgeva gli stessi volatili dalle finestre del suo atelier di cabinotier, al quai de l’Ile, nel 1755... Una successione di azioni minuziose Incisore, guillocheur, smaltatore e incastonatore, quattro artigiani si sono dedicati in momenti diversi al quadrante. Per ottenere un risultato così spettacolare, non sono mai mancate una visione d’insieme ben precisa e un’immaginazione intensa. Vortice di piume, collo ad arabesco, becco lucente, occhio ardente, piccole onde frementi, cielo azzurro, ogni dettaglio è talmente preciso che quasi si coglie il soffio del vento e lo sciabordio dell’acqua. Per realizzare i quadranti sono stati necessari due mesi di lavoro. La parte imponderabile è estremamente importante in questo tipo di creazione, una finalità aleatoria che esige da ogni artigiano il meglio di ciò che può dare. La composizione inizia con un delicato lavoro di incisione a mano su una piastra d’oro bianco. Volumi, pieni e vuoti, giochi di texture o di luce, ogni millimetro è oggetto di una decisione creativa che nulla lascia al caso. Per raggiungere un tale grado di raffinatezza, l’incisore ha sviluppato i propri utensili, immaginando tecniche apposite e particolari per poter garantire il risultato tanto atteso. Dopo aver disegnato i contorni dell’animale, le piume vengono lavorate una a una. Il bulino affilato incide la materia, motivi a chevron sul modello da uomo, rotondità su quello da donna. Grazie alla sua abilità manuale, l’incisore offre a ciascuna piuma una finitura particolare, satinata e lucida. Il cigno dispiega le sue ali sopra uno specchio d’acqua, il movimento delle cui onde riprende regolarmente un motivo ondulato. Più in alto, un leggero zeffiro stria il cielo. È opera del guillocheur. L’artigiano ha tracciato finissimi solchi geometrici sul quadrante già decorato. Ha dunque dovuto adattare con grande attenzione la sua opera di guillochage per non deteriorare i filamenti d’oro. Alcune zone lavorate a guillochage sono estremamente strette, ma il suo bulino ha saputo trovare un passaggio per infilarsi fin negli spazi più microscopici, senza mai sbavare. Gesti di grande precisione che solo una mano esperta è in grado di eseguire. I motivi lavorati a guillochage sono ricoperti da uno smalto Grand Feu trasparente, blu cielo per la versione da donna e blu notte per quella da uomo. Come sempre, questa famosa tecnica di smaltatura rimane appannaggio di rari artigiani, veri e propri alchimisti. L’applicazione di smalti colorati posti a mano e la loro fusione in cottura tra gli 800 e i 900 gradi Celsius, poi la vetrificazione che apporta una brillantezza trasparente: sono varie le tappe di fabbricazione che comportano una quota di imprevisto. Infatti, non si ottiene mai il risultato prima della fase finale e nessun difetto viene tollerato, pena la ripresa delle operazioni dall’inizio. Del bianco di Limoges viene poi depositato sulla parte superiore delle piume incise per accentuarne la luminosità. Infine, ultima tappa altrettanto delicata: l’incastonatura: 76 diamanti taglio baguette disposti sulla lunetta e sulle anse incorniciano la scena naturalistica. La raffinatezza del corpo del cigno è esaltata da un pavé di diamanti taglio tondo con incastonatura “a neve”, una tecnica molto particolare che lascia una grande libertà d’espressione poiché permette di creare effetti giocando in modo aleatorio sulle diverse misure delle pietre preziose. In ultimo, la base delle ali del cigno reca un pavé e ogni piuma è delimitata da un fine tratto di oro bianco. Un affascinante lavoro di esaltazione che trasmette tutta la regalità dell’animale.

Un meccanismo al servizio dell’artigianato artistico Vero e proprio terreno di gioco, il calibro 2460 G4 libera totalmente il centro del quadrante per lasciare libero un vasto territorio propizio ai mestieri d’arte. Fedele alla sua tradizione ricca di una varietà di visualizzazioni originali, Vacheron Constantin perpetua l’arte orologiera proponendo un’ingegnosa visualizzazione della lettura del tempo senza lancetta. Il tutto si concretizza con quattro finestrelle che si aprono rispettivamente sull’ora, i minuti, il giorno e la data. Queste indicazioni, scorrevoli nel caso delle prime due, e saltanti nell’ultimo caso, appaiono nelle aperture disposte regolarmente sul contorno del quadrante, lasciando campo libero a un decoro centrale. Battendo a una frequenza di 4 Hz (28.800 alternanze/ora), il movimento meccanico a carica automatica è munito di una massa oscillante in oro 22 carati, decorata con un motivo geometrico dinamico ispirato alla forma della croce di Malta, l’emblema della Maison. I suoi 237 componenti sono oggetto di finiture eccezionali. Il calibro è protetto da una cassa tonda in oro bianco 18 carati, con fondello traforato per poterne ammirare la fattura. Un cinturino in pelle d’alligatore Mississippiensis dotato di una fibbia pieghevole in oro bianco 18 carati a mezza croce di Malta completa l’insieme. Questi due pezzi unici recano il prestigioso Punzone di Ginevra, il maggiore riconoscimento dell’Alta Orologeria attestante la qualità, la fattura pregevole e l’affidabilità dei segnatempo eccezionali realizzati a Ginevra. Inoltre sul retro della cassa si può leggere incisa la dicitura “Pièce unique” a sottolinearne l’unicità. Un bestiario naturalista tra arte e materia Con questa coppia di cigni, Vacheron Constantin vuole non solo proseguire il suo dialogo privilegiato con gli amanti dell’Alta Orologeria, ma anche dimostrare la sua lunga expertise nel campo dei mestieri d’arte e il suo talento nell’abbinarli. Come un guardiano del tempio, Vacheron Constantin si occupa di perpetuare questi gesti contribuendo a formare la sua eccezione culturale.

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